Battaglia del ponte di Primosole 14 luglio 1943

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view post Posted on 14/7/2023, 12:43     +1   -1
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Battaglia del ponte di Primosole 14 luglio 1943
Scontro tra truppe d’elite
Diavoli rossi, diavoli verdi, arditi camionettisti

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Estratto di un articolo che rimanda a questo libro

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Il 2° battaglione del Ten.Col. Frost, alle ore 05.30 circa, arrivò nelle posizioni a lui assegnate (i punti JOHNNY 1, 2 e 3, a sud-est del ponte di Primosole) con una forza di soli 140 uomini e privo degli appoggi che potevano offrire loro le armi di reparto e mezzi di comunicazione.
L’offensiva tedesca non si fece attendere infatti, alle prime luci dell’alba, il 2° battaglione fu attaccato dalle truppe del 1° battaglione paracadutisti mitraglieri che si era schierato a 2 km a sud del ponte.
Il 2° battaglione del Ten.Col. Frost riuscì comunque a sostenere l’urto dei contrattacchi tedeschi durante le prime ore della giornata del 14 luglio. Ad ogni modo le perdite furono ingenti e le munizioni cominciarono a scarseggiare e si andò via via delineando la certezza di una imminente sconfitta, anche perché non vi era alcuna traccia dell’arrivo della VIII Armata (il Comandante della Brigata paracadutisti – Gen. Lathbury- apprese in mattinata che la 50^ Divisione non sarebbe arrivata nei tempi previsti in quanto stava incontrando una forte resistenza nei pressi di Lentini).
Il 3° battaglione arrivò sul luogo prescelto e occupato l’obiettivo, immediatamente dovette iniziare a gestire molti soldati italiani che, alla loro vista, si erano arresi.
Il 1° battaglione paracadutisti, che aveva l’ordine di effettuare il colpo di mano per la presa del ponte, atterrò nella zona giusta solo con una piccola parte dei suoi uomini e privo di quasi tutte le mitragliatrici Vicker, dei mortai e delle armi anticarro, che andarono perdute nel lancio. Il ponte, che era in mano a forze difensive italiane e che, alla vista del nemico, erano fuggite evitando il combattimento, fu preso all’incirca alle ore 03.00 da parte di un gruppo di circa 50 uomini comandati dal Cap. Rann. La difesa del ponte venne organizzata con i pochi uomini (circa 120) a disposizione del 1° battaglione, oltre a due plotoni avuti in rinforzo dal 3° battaglione e tre cannoni anticarro.
Per quanto concerne le difese dell’Asse sulla riva settentrionale del fiume Simeto, queste consistevano di pochi battaglioni italiani, mentre a sud era schierato il battaglione paracadutisti mitraglieri, giunto in rinforzo alla Divisione “Goering” in data 13 luglio. Il battaglione creò non poche perdite alle truppe inglesi già nella fase di aviolancio. Le truppe inglesi, infatti, furono fatte oggetto di fuoco da parte delle mitragliatrici tedesche appostate nella zona a sud del ponte. All’inizio del pomeriggio, subirono anche un cannoneggiamento da parte dell’artiglieria pesante tedesca con pezzi da 88 mm. Nella tarda mattinata del 14 i Tedeschi cominciarono una serie di contrattacchi, ad opera del Cap. Stangenberg, per riprendersi il ponte. Stangeberg riuscì a radunare in breve tempo una forza di circa 350 uomini (200 della sua task force e 150 radiotelegrafisti), che consisteva anche di una batteria contraerea equipaggiata con soli due cannoni (uno da 88 mm e un vecchio cannone italiano da 5 cm fatto funzionare da serventi tedeschi). La batteria contraerea fu schierata ai lati della strada 114, mentre i radiotelegrafisti agli ordini del Cap. Fassl furono schierati a est con il compito di attraversare il fiume Simeto e di attaccare il fianco destro inglese. Poco dopo le 13 iniziò il primo attacco da parte tedesca, che fu respinto senza troppe difficoltà. Ne seguì un secondo dal fianco destro che costrinse le forze inglesi a restringere il perimetro della linea difensiva attorno al ponte. Gli attacchi proseguirono per tutta la mattinata e il Ten. Col. Pearson accortosi che la 50^ Divisione tardava ad arrivare e che oramai scarseggiavano anche le munizioni, alle ore 17.30 diede ordine di abbandonare la riva settentrionale del fiume Simeto.
Al crepuscolo, dopo l’aviolancio del battaglione paracadutisti del genio tedeschi sulla piana a nord del fiume Simento, l’unità di Stangeberg fu rischierata a difesa del porto di Catania, mentre i primi ricevettero l’ordine della riconquista del ponte. Sin dalle 21:30, nell’area v’erano in perlustrazione un paio di camionette del II btg. Arditi al comando del S.ten. Donìa; la fama del reparto era giunta da tempo all’orecchio dei tedeschi. Un ufficiale dei genieri fermò Donìa e dopo avergli illustrato il proposito di agire per riprendere il ponte, chiese che gli arditi vi dessero una mano alla loro maniera. Donìa chiamò il magg. Marcianò, che lasciò subito il comando di battaglione dirigendo su Primosole alla testa di tre pattuglie della 113a cp. Raggiunto il Simento, Marcianò impartì le ultime istruzioni ai suoi uomini, che avrebbero agito al comando del Cap.Paradisi, vicecomandante di battaglione. Alle 01:45 del 15, dopo l’azione preparatoria dei tedeschi, le sei camionette imboccarono il ponte a tutta velocità mettendo in fuga l’avanguardia avversaria che si diresse verso bivio Jazzotto, ove era il grosso della brigata. Conclusosi l’assalto degli arditi, la 1acp. Genieri prese posizione sulla sponda sud del fiume, presso il ponte; le altre due si sistemarono su quella nord, a cavallo del rettifilo, avendo sulla sinistra la 553a cp. Mitraglieri e sulla destra i mitraglieri del Cap. Shmidt che, nella notte erano indietreggiati, appostandosi tra il Gornalunga ed il Simento.

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Nel frattempo. a Sud di JOHNNY 1, alla vista del Gen. Lathbury apparve il primo carro Sherman della 4^ Brigata Corazzata, seguito due ore dopo da una compagnia appiedata del 6° reggimento di fanteria leggera “Durham”.

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L’arrivo dei carri Sherman costrinse i Tedeschi a ritirarsi sulla riva settentrionale del Simeto, dove si preparano a fronteggiare un eventuale attacco delle forze inglesi intenzionate a spingersi sino a Catania, anche se l’attacco inglese fu rimandato alla notte successiva.

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altra descrizione più dettagliata dell’incursione presa in rete:
La notte del 14 luglio 1943 un paio di camionette del II° btg Arditi, al comando del S.Ten. Donìa si trovava in perlustrazione già alle 21,30 sulle rive del fiume Simeto. Visto la fama che il reparto godeva presso i tedeschi, gli fu chiesto il supporto per riconquistare il ponte in mano nemica. Gli Arditi, secondo la loro più fedele tradizione, nonostante di numero e mezzi molto ridotti, non si sottrassero alla richiesta e infatti dal comando di Battaglione partirono verso il Ponte Primosole il Magg. Marcianò alla testa di 3 pattuglie della 113° compagnia, ognuna con 2 camionette ed un totale di 56 uomini armati piu´ di coraggio che armi e bombe a mano. Alle 01,45 le 6 camionette, al comando del Cap. Paradisi, imboccarono il ponte a tutta velocità raggiungendo l´altra parte proprio dove sostava l´avanguardia inglese che in preda al panico si diede alla fuga verso il Bivio Jazzotto.

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La reazione inglese peró non tardó ad arrivare e fu particolarmente violenta a colpi di mortaio,
riuscendo cosi a distruggere 4 delle 6 camionette.

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Gli Arditi, circondati, non smisero mai di sparare all´impazzata, quindi a bordo delle 2 camionette superstiti tornarono verso le proprie retrovie. L´azione duró 1 ora e 40 min, procuró al nemico numerose perdite assicurando ai tedeschi la ripresa del ponte di Primosole.

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Il bilancio di quell´azione fu di 5 Arditi morti, 4 feriti e 16 dispersi.
Vi furono 2 M.O.V.M alla memoria, il Ten. Duse e l´Ardito Maccarrone, 2 M.B.V.M per il C.M. D´Amico e l´Ardito Basso, mentre tra i sopravvissuti ebbero l´argento il Cap. Paradisi, i Ten. Taini e Friozzi e l´Ardito Gironi mentre il bronzo lo ebbero Sten. Bartolozzi, il S. M. Badalamenti, i Sgt. Olivati e Castoldi e gli Arditi Furlan e Napolitano.

il ponte venne poi ripreso il giorno 17 dopo accaniti combattimenti e l’impiego di carri armati, il campo di battaglia era ricoperto dei corpi dilaniati dei morti e dei morenti. La scena era così atroce che venne concordato un temporaneo cessate il fuoco per far dare assistenza ai feriti di entrambe le parti.

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